L’impegno principale dell’uomo, nei prossimi anni, sarà quello di sopravvivere al cambiamento climatico.
Dal mondo scientifico e ambientalista arrivano pressanti appelli basati su dati reali già ben visibili in molte parti del pianeta, davanti ai quali molte Nazioni ancora non si impegnano abbastanza, ma anzi si ritirano dagli accordi delle varie Conferenze specie COP 21 (Parigi 2015) e COP 24 (Katowice 2018), nonostante i tempi ristretti per intervenire, dove tutto fa temere che stiamo perdendo il ‘tempo’ della Terra.
«Abbiamo veramente un grosso problema», ha affermato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres a COP 24 (dicembre 2018), «non stiamo ancora facendo abbastanza, né ci muoviamo abbastanza in fretta per prevenire un dissesto climatico irreversibile e catastrofico...È una questione di vita o di morte». E indica quattro i settori in cui intervenire con urgenza:
1- Dare una risposta significativamente più ambiziosa ai progressi scientifici.
2 - Rendere operativo l’accordo di Parigi (e successivi).
3 - Assumersi la responsabilità collettiva di investire per evitare il caos climatico globale.
4 - Considerare l’attenzione verso il clima via migliore per trasformare il mondo in meglio.
«Il futuro riserva contemporaneamente grandi pericoli e grandi promesse, si legge nel Preambolo della Carta della Terra, la scelta è nostra».
LE CAUSE PIÙ SIGNIFICATIVE DEL DEGRADO DEL PIANETA:
- i cambiamenti climatici di cui tutti siamo corresponsabili,
- la scarsa attenzione agli stili di vita necessari per ridurre i danni,
- lo sfruttamento indiscriminato delle ricchezze territoriali,
- la distruzione della biodiversità,
- la carenza di pioggia, da qui la siccità che provoca migrazioni e guerre per l’accaparramento delle falde acquifere,
- i crimini contro la vita umana e contro l’ambiente con la scusa della crescita economica,
- un’economia che uccide cioè politiche economiche sbagliate che privilegiano interessi privati, impoveriscono l’uomo e il suo ambiente e troppe volte uccidendo entrambi,
- l’azione, irrefrenabilmente speculativa e criminale delle imprese, soprattutto quelle estrattive,
- l’azione legislativa debole verso i crimini ambientali, gli omicidi legati alla difesa dei diritti umani, personali e sociali, economici e politici, inclusi i diritti dei popoli,
- le forme di giustizia accondiscendenti verso tali crimini,
e molto altro ancora.
Consapevoli della grave situazione del Pianeta, A NOME DELL’UMANITÀ, rivolgiamo un appello a coloro che hanno la responsabilità dei popoli affinché, oltre a mettere in atto tutte le misure per ridurre e riparare i danni, di fare un passo ulteriore e INSERIRE NELLE RISPETTIVE COSTITUZIONI un articolo che contempli i DIRITTI DELLA TERRA, unico pianeta per vivere, riprodurci e con la responsabilità di conservarlo per assicurare l’esistenza alle generazioni future.
La Carta della Terra già elaborata, strumento innovativo ed efficace per la promozione di un’educazione sostenibile (UNESCO), pone una base di grande valore e spessore, crea un patto fra i popoli e la Terra stessa, richiamando la responsabilità di ogni persona verso la Creazione, evidenziando i principi etici orientativi l’azione umana verso la sua sostenibilità, ma bisogna andare oltre e far sì che ogni Governo, a imitazione della Costituzione dell’Ecuador (ottobre 2008), consideri sul piano dei principi i DIRITTI INALIENABILI DI MADRE TERRA, il loro carattere universale, impegnandosi a difenderla e con lei difendere i beni comuni del proprio popolo e territorio.
«La natura...dove la vita si riproduce e ha luogo, ha il diritto ad essere integralmente rispettata per la propria esistenza e per il mantenimento e la rigenerazione dei suoi cicli vitali, della sua struttura, funzioni e processi evolutivi» (Costituzione Ecuador).
«L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri» (Papa Francesco, Enc. Laudato sì’ n. 95).
Sosteniamo insieme, Popoli e Governi, la causa del nostro Pianeta perché: «Ciò che è stato lasciato in eredità all’uomo affinché prosperi, abbia una vita piena e la trasmetta alle future generazioni» (Laudato si’).
La Terra non è un luogo da sfruttare indiscriminatamente, non appartiene a nessuno, ma è stata donata per la vita: acqua, cibo, salute, energia...., diritti che appartengono ad ogni essere umano alle cure del quale è affidata, è quindi responsabilità dell’umanità proteggerla, difenderla, tutelarla da tutto ciò che metta in pericolo la sua integrità, pretendere il rispetto dei suoi diritti che sono gli stessi nostri diritti. Tutto è interconnesso: la vita dell’una è la vita dell’altra. Muore la Terra, muore la vita dell’uomo, dell’ambiente, della Natura.
Si parla anche di Carta dell'Umanità, Carta della Vita, Dichiarazione per un’Etica Globale del Parlamento delle Religioni del Mondo (1993) e altre iniziative presso le Nazioni Unite per proteggere la vita.
Già molte organizzazioni, istituzioni, associazioni, singoli cittadini, hanno avviato denunce presso i tribunali contro i loro Governi e le istituzioni stesse dell’Unione europea per far rispettare gli impegni presi sui cambiamenti climatici o per chiedere obiettivi politici più ambiziosi e più rapidi in materia di riduzione delle emissioni gas serra e adattamento agli impatti del clima o per chiedere giustizia in nome della vita, della pace, del bene comune.
A nome di tutta l’umanità – Il Movimento Carismatico di Assisi
O intensa luce del mio Dio
vieni in mio aiuto.
Insegnami a parlare
aiutami a tacere
dirigimi nel camminare.
Arrestami per sostare presso di Te
affinché ogni parola detta o taciuta,
Ogni passo fatto o respinto,
tutto sia nella perfetta volontà di Dio.
Tutti i tuoi caldi raggi,
o Luce Divina,
mi diano l'equilibrio dei santi.
Francesca Dal Ri Cornado (Franca) (Brescia 1924-1993), donna semplice e di grande fede, sposa e madre (1) è la fondatrice del Movimento Carismatico di Assisi (MC) in un tempo in cui si parlava di morte di Dio, di inverno della Chiesa, si pretendeva di costruire una religione per l’uomo.